Un termine che si sente sempre più spesso negli ultimi anni, ma ancora troppo poco conosciuto!

Di che cosa si tratta? Di una patologia che vede la presenza di endometrio (la mucosa che normalmente riveste la cavità uterina) all’esterno dell’utero e può presentarsi dal menarca (prima mestruazione) fino alla menopausa. 

Il picco di tale patologia si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire anche in età più basse. 

Troppo spesso, il percorso per arrivare alla diagnosi risulta lungo, difficile e dispendioso. Molte donne si ritrovano a consultare molti specialisti in ambito ginecologico prima di capire effettivamente l’origine della loro problematica. 

Riguardo le cause, una delle ipotesi accreditate è il passaggio (ad opera delle contrazioni uterine che avvengono durante la mestruazione) di frammenti di endometrio dall’utero nelle tube e da queste in addome, con impianto sul peritoneo e sulla superficie degli organi pelvici. Tale fenomeno a volte può presentarsi anche a livello epatico (fegato), sul diaframma, sulle pleure e sul polmone.

I sintomi più comuni nelle donne affette da endometriosi sono:

  • Dolore durante il ciclo
  • Dolore durante i rapporti sessuali
  • Dolore durante la defecazione
  • Dolore durante la minzione
  • Dolori viscerali riferiti

Un altro dato importante riguardante l’endometriosi è che molto spesso è causa di sub-fertilità o infertilità (30-40% dei casi) e l’impatto della malattia è alto ed è connesso alla riduzione della qualità della vita e ai costi diretti e indiretti. Una limitata consapevolezza della patologia è causa del grave ritardo diagnostico, valutato intorno ai sette anni. Una pronta diagnosi e un trattamento tempestivo possono migliorare la qualità di vita e prevenire l’infertilità.

Sin dalla più giovane età è molto importante sapere che i dolori mestruali e durante i rapporti non sono normali e che non devono essere taciuti. Le donne che hanno la madre o una sorella affette da endometriosi hanno un rischio di svilupparla sette volte maggiore.

La terapia può essere o di tipo farmacologica (antinfiammatori e ormoni) o di tipo chirurgica che si divide in conservativa e 

La terapia chirurgica conservativa consiste nella liberazione delle aderenze pelviche, nella distruzione delle lesioni endometriosiche più piccole e nell’asportazione degli endometriomi anche di più grandi dimensioni (alcuni endometriomi raggiungono anche i 10 centimetri di diametro).

La terapia chirurgica demolitiva è la soluzione terapeutica indicata alle donne con endometriosi grave che non desiderano figli e che spesso non rispondono alla terapia. Essa prevede la rimozione delle lesioni endometriosiche, la rimozione dell’utero compresa la cervice e la rimozione delle ovaie. 

COME INTERVIENE L’OSTEOPATIA A SUPPORTO DELLA DONNA AFFETTA DA ENDOMETRIOSI?

Sicuramente il trattamento osteopatico ha una importanza sia nella terapia chirurgica sia sulla sintomatologia dolorosa delle pazienti in cura farmacologica. 

L’OMT (trattamento manuale osteopatico) trova la sua maggior espressione e validità nel trattamento dell’endometriosi perchè grazie a determinate tecniche manuali sui tessuti del bacino della donna, sulla colonna vertebrale e sulla componente viscerale, riesce a interrompere gli stimoli dolorosi provenienti dalla periferia e la loro relativa correlazione con il sistema nervoso centrale. 

Uno dei sintomi maggiori della patologia è il dolore pelvico cronico. Capiamo quindi che spesso nella donna si instaurano processi di facilitazione somato-viscerali e viscero-somatici tali da alterare la biomeccanica delle strutture del piccolo bacino, la componente circolatoria-pressoria e neurologica di tale aree. L’osteopatia lavorando su queste strutture, migliorando i rapporti tra i vari tessuti fasciali, riesce a ripristinare la corretta fisiologia delle aree sopra citate permettendo di “spegnere” gli stimoli dolorifici persistenti presenti nella donna. 

Importantissimo inoltre, il lavoro sulle aderenze tessutali che si creano nelle zone colpite dalla presenza di endometrio. Permettere un miglior scorrimenti dei piani fasciali, diminuendo gli esiti cicatriziali, permetterà quindi alle varie componenti tessutali di ritrovare la loro corretta motilità per potersi integrare al meglio con tutto il sistema. 

Studi relativi all’OMT e endometriosi confermano l’efficacia dello stesso e il miglioramento della sintomatologia e della qualità della vita di tali donne.